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Presentata l’indagine di Change the Game “Athlete Culture & Climate Survey. Indagine quali-quantitativa su abusi e violenza nello sport”

12 ottobre 2023

Il 13 giugno è stata presentata a Milano l’indagine di Change the Game “Athlete Culture & Climate Survey. Indagine quali-quantitativa su abusi e violenza nello sport” resa possibile grazie al supporto e al contributo del Dipartimento per lo Sport, che nel 2020, ha dato vita a un Tavolo tecnico per la co-costruzione e la promozione della Policy per la tutela dei minorenni nel mondo dello sport con particolare riferimento alle pratiche contro il maltrattamento e gli abusi e di cui Change the Game ne è parte integrante.

L’indagine, commissionata a Nielsen e ispirata al progetto Child Abuse in Sport: European Statistics, al fine di contribuire a costruire un quadro compiuto del fenomeno, ha raccolto dati sulla violenza interpersonale nel settore sportivo italiano. Change the Game si è avvalso un comitato scientifico composto da diversi esperti del settore.

L’obiettivo, oltre a colmare una carenza di conoscenza e informazione quantitativa sul fenomeno e mettere in luce le criticità che favoriscono il perpetrarsi degli abusi e violenze, era di fornire un’analisi anche qualitativa per aiutare a definir e migliorare gli interventi, anche nell’ottica della prevenzione.

L’indagine, realizzata tra febbraio e marzo 2023 attraverso la somministrazione del questionario CAWI a 1400 individui di età compresa fra 18 e i 30 anni, indaga quindi sulle diverse forme di violenza subite dagli intervistati da minorenni collegate alla pratica di discipline sportive, individuali o di gruppo.

Con lo scopo di mettere in luce le dinamiche legate alle violenze subite e riportare le sensazioni provate, l’indagine quantitativa (CASES) è stata abbinata a una parte qualitativa (VOICES). L’indagine, quindi, raccoglie anche le esperienze percepite come negative, offensive e dannose per le vittime nel momento in cui le hanno vissute.  Oltre a ciò, l’intento è quello di individuare comportamenti ed esperienze che possono essere percepiti come normali o tollerate nel mondo dello sport e che quindi potrebbero non essere riconosciute come atti di violenza.

Entrando più nello specifico dell’indagine: Il 39% di chi ha oggi tra i 18 e i 30 anni e ha praticato almeno uno sport prima della maggiore età ha dichiarato di aver subito almeno una forma di violenza interpersonale.  Questo significa che quattro atleti su dieci sono stati vittime di abusi nel mondo dello sport prima dei 18 anni. Le forme di violenza più diffuse, riportate dall’indagine, sono quella psicologica (30%), quella fisica (19%), quella legata ad atti di negligenza (15%) seguita da quella sessuale (14%).

Per quanto riguarda il genere, hanno dichiarato di essere stati vittima di violenze il 40% degli uomini e il 37% delle donne.

Un dato interessante emerso dall’indagine è che per quanto riguarda i responsabili delle violenze, essi sono i compagni di squadra per gli uomini, dove il 26% ha subito una forma di abuso da nuovi compagni di squadra, mentre il 37% da quelli già conosciuti. Per le donne sono gli allenatori/allenatrici (35% rispetto al 27% indicato dagli uomini). Nell’indagine si fa riferimento anche ad altri operatori sportivi (15%), adulti non conosciuti (8%) e conosciuti (8%). Dall’indagine emergono anche riflessioni sul ruolo dei genitori.

In merito all’età, hanno dichiarato di essere stati vittima di violenza il 43% di coloro che oggi hanno tra i 18 e i 24 anni, e il 34% di coloro che oggi hanno tra i 25 e i 30 anni.

Il 55% di chi ha dichiarato di aver subito atti di violenza psicologica riconduce questi eventi a prima dei 15 anni. Per contro, la violenza sessuale con / senza contatto, viene ricondotta principalmente a un’età compresa tra i 15 e i 17 anni (rispettivamente 57% e 54%).

L’impianto sportivo è il luogo dove principalmente si sono svolte le violenze legate soprattutto alla dimensione psicologica e alla negligenza.

Un importante spunto di riflessione emerge dai dati relativi alla ricerca di aiuto e disponibilità/competenza degli interlocutori. La maggior parte dei partecipanti che hanno subito violenza interpersonale, ossia il 56%, non ha né chiesto e né ricevuto aiuto. Questa condizione interessa soprattutto le donne con una quota del 62%. In generale solo il 12% dichiara di aver chiesto aiuto senza riceverlo. Tra le principali motivazioni della mancata richiesta: l’idea che quanto si stava subendo fosse accettabile (47% che raggiunge il 52% tra le donne), la paura di essere giudicati deboli (30%), non sapere a chi rivolgersi (25%).

I familiari sono le principali persone a cui è stato chiesto (42%) aiuto e che hanno dato (47%) aiuto, seguiti da amici e coetanei (10% vs. 32%), ambito sportivo (26%vs 20%) e scuola /ambito didattico (17% vs. 10%).

Nell’80% dei casi, chi ha subito atti di violenza ha dichiarato di aver riportato delle conseguenze: il 32% ha abbandonato il mondo dello sport, il 13% ha avuto problemi di salute temporanei, il 7% ha avuto problemi di salute cronici.

Umiliazioni, insulti, attribuzioni di appellativi e percosse sono solo alcuni degli episodi negativi vissuti dalle vittime.

Per un’analisi più approfondita dell’indagine di Change the Game consultare il seguente link:

https://www.changethegame.it/ricerca-nielsen/

Cliccando sui seguenti link è altresì possibile scaricare:

Il comunicato stampa

Il testo della ricerca

 

 

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